Questo non sarĂ un articolo facile da scrivere. Sacripanti ha rappresentato tantissimo per ogni avellinese amante del basket. Ha rappresentato il sogno di avere una squadra d’alta classifica, la certezza di costruire un roster solido e allenato bene, la voglia di vincere da “piccola” tra le grandi. Sacripanti è per molti avellinesi quell’amore che lascia l’amaro in bocca quando se ne va e il magone quando lo vedi seduto davanti ad un tabellone degli sponsor che non sono quelli della tua squadra. Un coach sanguigno ma sempre pacato nei toni. Educato e professionale ma con quel guizzo che, nonostante le sue origini canturine, lo faceva somigliare così tanto ad un timido ragazzo del Sud.
Sacripanti: il coach venuto dalla Brianza
Chi scrive ha vissuto per molti anni a pochi chilometri da CantĂą. Ed è naturale l’istinto che porta ad ammirare incondizionatamente un allenatore che parte da lì, che arriva ad allenare squadre dal blasone storico importante ma a cui non viene mai perdonato neppure un errore. Sacripanti, che tu lo ami o che lo odi, non riesci a dimenticarlo.
Ci sono allenatori che passano e non lasciano nulla alla cittĂ o al basket cittadino. Pino ha lasciato tanta nostalgia di quei bellissimi anni vissuti intensamente in Italia e in Europa. Quella disgraziata palla persa da Acker a Milano, il ritorno della finale europea a Venezia. Quelli sono i momenti che ogni tifoso ha negli occhi. I momenti piĂą alti ma forse quelli piĂą tristi da ricordare. A cui fanno da contraltare i tanti successi, le tante partite vinte contro squadre di altissimo valore. Il titolo di campione d’inverno, la vittoria con Milano della tripla di Filloy a fil di sirena su lancio di Leunen, i match che hanno dato lustro al nostro ranking europeo. Quanti ricordi, troppi ricordi.
La storia continua ma i ricordi restano
E pur mi giova
da “Alla luna” di Giacomo Leopardi
La ricordanza, e il noverar l’etate
Del mio dolore. Oh come grato occorre
Nel tempo giovanil, quando ancor lungo
La speme e breve ha la memoria il corso,
Il rimembrar delle passate cose,
Ancor che triste, e che l’affanno duri!
Ricordi ora tutti dolorosi, anche i piĂą belli, a causa della situazione in cui versa attualmente la Scandone. Sacripanti torna in Campania e sceglie Napoli. Squadra di buon valore tecnico, proprietĂ con una sufficientemente stabilitĂ economica e buona programmazione per il presente ed il futuro. Nonostante l’ovvia rivalitĂ tra le due cittĂ , crediamo che la scelta di Pino sia stata una scelta di cuore. Dettata dalla consapevolezza che in Campania ci si sente a casa, che Napoli è una cittĂ meravigliosa e, crediamo, anche un poco dalla voglia di stare lì, a due passi e un paio di caselli autostradali da quella che è stata la sua cittĂ per qualche anno.
E’ la terza esperienza in Campania per il coach canturino. Caserta, Avellino ed ora Napoli. L’unica cosa che ci sentiamo di dirgli è “bentornato coach, in bocca al lupo”. E siamo certi che lui risponderebbe: “viva il lupo”.