Questo editoriale nasce innanzitutto dall’esigenza di chiarezza. La Scandone è sì di chi se la piglia, ma la Scandone è anche la squadra di Avellino. E la città che rappresenta, nella persona degli amministratori ma anche di tutti gli altri cittadini, ha il dovere di esigere una gestione limpida. Almeno un poco più di quella che “stuorto o muorto” almeno ci ha regalato anni di serie A.
Così sono dieci le domande a cui bisognerebbe dare risposta. Per quella correttezza professionale che contraddistingue chi è ai vertici societari o che comunque fa da raccordo tra i vertici e i media. Dieci domande semplici e dirette che si impiega più tempo a leggere che a dare una risposta. Cinque sulla situazione societaria e cinque su quella della squadra.
Dieci domande per la Scandone
- Di chi è il portafoglio che paga gli stipendi dei giocatori?
- Quanti e quali lodi stanno per diventare esecutivi?
- Quale è la situazione dei debiti pregressi della Scandone S.p.A.?
- La querelle con Air sarà la spada di Damocle sulle speranze dei tifosi?
- Tutto lo staff tecnico, medico e i giocatori stanno percependo gli stipendi con regolarità?
- Coach De Gennaro ha capito cosa non sia andato per il verso giusto nella partita con Cassino e poi in quella di ieri con Formia?
- Ci sono giocatori che hanno chiesto di essere ceduti?
- La società vuole tagliare alcuni giocatori? E se lo vuole fare quale è il motivo?
- L’involuzione tecnica delle ultime partite è colpa solamente di un momento sfortunato?
- La panchina traballa o le ipotesi che circolano tra gli addetti ai lavori sono frutto di immaginazione e/o fantascienza?
Come si può notare, sono domande che non hanno niente di geniale. Hanno solo la presunzione di poter fare chiarezza sulle sorti prossime e venture della nostra Scandone. Probabilmente ci verranno a breve restituiti un paio di punti dei tanti (6) persi con la penalizzazione derivante dai lodi. Questa è una bella notizia. Ma per chi ha a cuore la Scandone la classifica è davvero l’ultima cosa.
Conta di più l’aspetto umano che la competizione sportiva. Serve capire perché dei ragazzi subiscano una batosta come quella di Cassino senza reagire minimamente nella partita successiva, per esempio. E bisogna comprendere quanto il coach creda nei suoi giocatori dopo che nelle dichiarazioni post partita di ieri ha “gettato la spugna con gran dignità” accollando le responsabilità della sconfitta alla squadra.
I tifosi vogliono la verità
Passano i presidenti, passano gli allenatori e i giocatori. E tutti noi siamo travolti da un amore immenso, sconsiderato ed indissolubile per la Scandone. Ma se stiamo parlando di un malato terminale vogliamo saperlo. Abbiamo il diritto di saperlo. Per darle un addio come merita oppure per lottare ancora una volta al suo fianco aggrappandoci a quell’uno per cento di possibilità, al miracolo che può sempre accadere. Avvenne prima e dopo la gestione Ercolino, per esempio. Gli avellinesi sono un popolo di grande forza morale, sanno dare tutto. Ma esigono che tutti remino nella stessa direzione e hanno tutto il diritto di sapere se c’è chi non lo sta facendo o cosa ci sia dietro ai tanti rumors di queste ore.