Non ci giriamo attorno. La Scandone quest’anno sta andando molto peggio di quanto ognuno di noi, giornalisti e appassionati, si attendeva. De Gennaro ha le sue colpe, la più grande delle quali è aver creduto nel progetto di ricostruzione della Società invece che tentare fortuna altrove. Ma 22 anni di Scandone sono difficili da pareggiare sulla bilancia professionale di un allenatore vissuto sempre all’ombra di Montevergine.
Questa stagione era finanche iniziata coi migliori auspici, annullando in solo 3 gare i punti di penalizzazione che erano stati comminati dalla LNP a causa della questione lodi con ex giocatori. Eh già, perché senza quei 6 punti di penalizzazione oggi staremo parlando di una Scandone in piena corsa per non retrocedere e non di retrocessione quasi certa.
Quando poi i lodi erano stati pagati si è deciso di andare sul mercato prendendo due lunghi, uno fuori forma e uno che del lungo non aveva i movimenti. Questi due lunghi, a pochi mesi dall’acquisto, giocano altrove. Brunetti ceduto ad una diretta concorrente (proprio il Catanzaro vittorioso ieri sera al Paladelmauro) e Ragusa lasciato andare già da oltre un mese in altri lidi.
La querelle sulle dimissioni di De Gennaro
Finito qui? No. Perché meno di due settimane fa arrivano le dimissioni di De Gennaro che, evidentemente, sentiva che la squadra non seguiva più le sue direttive. Sentiva di aver perso il polso della situazione. Ed, onestamente, si era fatto da parte. Rumors davano Robustelli già da tempo in pole per sostituirlo. Ma la società balbetta, tituba e non prende una decisione. Robustelli allena la prima partita con il Basket Club Irpinia e di fatto si preclude la possibilità di fare l’head coach della Scandone.
Le dimissioni di De Gennaro sono respinte e viene dato il via ad una mini epurazione (Marzaioli e Brunetti fuori squadra) cosa che, nelle aspettative della società, sarebbe dovuta servire a rinsaldare il gruppo squadra attorno all’allenatore. E fin qui, pur nell’imbarazzo di scelte discutibili, c’era quantomeno un filo conduttore. “Diamo fiducia al coach e vediamo dove ci conduce il vento”.
Questo fino a stamattina quando iniziano a circolare le prime voci di un esonero a questo punto inaspettato. L’ufficialità non c’è. Probabilmente la società sta aspettando di rimediare alla questione nuovo allenatore prima di uscire col comunicato relativo all’esonero. Ma davvero questo poco importa. Importa di più una amara considerazione. Le scelte, discutibili o apprezzabili, sono necessarie. Ma ciò che conta è il risultato sportivo. E se si guarda a questo, non c’è scelta che da due anni a questa parte sembra andare nella giusta direzione. Ciò è un disonore che ricade non solo su chi è nell’organigramma della società ma su tutti gli amanti del basket ad Avellino.
Ora la parola passerà, in qualche modo, al parquet. I giocatori, soprattutto chi si dice chiedesse la testa di De Gennaro non ora ma già da tempo, non hanno più scuse. E, sinceramente, usando il gergo della pallacanestro, hanno esaurito il bonus. Sta a loro dimostrare di essere uomini con un orgoglio e un onore da difendere. Sarà loro cura dimostrare sul campo che le loro ragioni erano fondate. Starà a loro dimostrare di poter portare la Scandone a giocarsi i play out. La palla è nelle loro mani, adesso. Vietati gli air ball.
Aggiornamento
Grazie ad una deroga chiesta alla FIP, sarà Robustelli l’head coach della Scandone.