Il commento
Ancora orfana di Hassan e con Spizzichini fermato dalla disciplinare, la DelFes prova a dimostrare la propria voglia di riscatto dinanzi al pubblico del Paladelmauro e al nuovo coach arrivato a sostituire il dimissionario Robustelli.
Se possibile, in alcuni momenti, sembra di assistere ad una involuzione tecnica rispetto a quel poco visto nelle scorse partite. Coach Benedetto ovviamente non può andare dietro la lavagna ma questo è oggettivamente un brutto segnale dato dalla squadra. Il sedicesimo posto, che (scusateci l’ironia) incoronerebbe papa il nuovo coach, è evitato grazie a Formia che non riesce a vincerne una. Ma è l’unica cosa positiva di questa serata (assieme alla parziale rimonta del quarto periodo). Andare avanti così serve solo a dare ulteriore umiliazione ad una piazza che non lo merita. In settimana si è fatto appello al pubblico. Il pubblico ha risposto con entusiasmo incitando la squadra come non si vedeva da tempo. Ma l’entusiasmo dovrebbe nascere anche dalle prestazioni della squadra. Continuando in questo modo si faranno indietro anche i 100-150 indomiti appassionati di basket che continuano a venire al palazzetto.
All’intervallo lungo il coach di Avellino “cresima” i suoi giocatori tenendoli negli spogliatoi per quasi tutti i 15 minuti di sospensione. Ha capito che il problema non è solo fisico e tecnico ma soprattutto mentale. Approcciando così le partite va a finire che perdi male anche con squadre senza alcuna velleità di vittoria. Questa è la cosa più imperdonabile che dei giocatori che indossano una maglia biancoverde possano fare. La strigliata di coach Benedetto è sicuramente servita visto il buon piglio dimostrato dalla squadra nel terzo periodo. Non basta ma è un buon inizio.
E’ probabile che nel suo intimo Benedetto, rientrando negli spogliatoi a metà gara, si sia chiesto cosa l’abbia convinto ad accettare questa sfida. La risposta se l’è data da solo al ritorno in campo dei suoi ragazzi. Non c’è sconfitta nel cuore di chi lotta. Benvenuto coach e viva il lupo!
Il recap di Avellino – Virtus Salerno
Primo quarto. Primo canestro della Virtus Salerno a cui risponde D’Andrea. Gli ospiti provano il primo allungo contando su un maggior tasso tecnico. Sul -9 coach Benedetto è costretto a chiamare il primo time-out della stagione. Senza i centimetri di Spizzichini la difesa di Avellino soffre sotto le plance e l’attacco cozza contro il muro dei lunghi avversari. Nonostante questo la DefFes contiene lo svantaggio chiudendo il quarto sul 13 a 20. Virtus Salerno 4 su 4 dalla lunga.
Secondo quarto. Sulla falsariga del primo quarto, la DelFes inizia a non macinare gioco. Farraginosa la circolazione della palla, i padroni di casa non riescono ad entrare in partita. Una schiacciata sbagliata da Romano sembra dare una scossa agli uomini di Benedetto che con due triple tornano sotto la doppia cifra di svantaggio. A metà periodo 21 a 28 ma due errori in attacco di D’Andrea sono altrettanti contropiedi per gli avversari che tornano a volare. Si va all’intervallo lungo sul 27 a 44. Cala il buio sul Paladelmauro.
Terzo quarto. Dopo 15 minuti d’intervallo ad alta intensità emotiva, Avellino scende in campo con maggiore determinazione. Prova a fare qualcosa ma la sostanza è davvero poca. Una palla persa sulla rimessa dal fondo è la sintesi dei primi 25 minuti di gioco. La Virtus Salerno gioca sul velluto e rintuzza ogni tentativo dei padroni di casa che però, piano piano, riescono a rosicchiare lo svantaggio giocando sui nervi più che sulla tecnica. Si va all’ultimo periodo con Avellino sotto di 11 ma che finalmente non è più né passiva né remissiva.
Quarto quarto. La Delfes arriva anche a -3. Senza i primi 2 quarti scellerati avremmo probabilmente visto un’altra gara. Marra, Agbogan, Basile e D’Andrea sono le uniche frecce dell’arco biancoverde. Le rotazioni corte non danno respiro ai ragazzi di Avellino che, in verità, ci provano fino all’ultimo. La Virtus Salerno soffre ma porta a casa una vittoria fondamentale. Timidi segnali di ripresa in casa biancoverde. La partita termina sul 65 a 75.