E finalmente arrivò il tempo della resurrezione. Come l’araba fenice, la Scandone risorge dalle proprie ceneri. Oggi, alla presenza di un nutrito pubblico di tifosi e addetti ai lavori, Marco Trasente ha presentato il nuovo progetto. Tutti gli interventi, anche di chi non fa strettamente parte della nuova societĂ , hanno sottolineato quanto sarĂ lungo e difficile il percorso per portare la squadra laddove meriterebbe.
C’è la voglia di impegnarsi, c’è il coraggio di aver preso un pezzo di storia in mano con la speranza di rinvigorirne ricordi e fasti, c’è la consapevolezza della fatica che sarĂ necessaria e c’è, soprattutto, un po’ di lucida follia nel perseguire ciò che per molti sembra un sogno irrealizzabile.
Molti volti noti, sia nel pubblico che nello staff. Su tutti la sempre(bianco)verde Maria Picariello che ritorna a lavorare in cittĂ ripartendo da dove aveva lasciato. Per lei uno speciale augurio di buon lavoro, visto il delicato ruolo che le è stato riservato nella compagine societaria. Ci piace menzionare anche Gerardo Mariella, storio dirigente accompagnatore, che ha dato la propria disponibilitĂ per questa nuova avventura. Ma citando questi, abbiamo dimenticato altri che, con ruoli precisi o solamente con l’afflato di chi vuole esserci, staranno accanto alla Scandone.
Le nuove divise della Scandone
Come hanno detto sia Maria Picariello che Marco Trasente, le nuove divise strizzano l’occhio al passato. Non è solo una operazione di freddo marketing ma la precisa volontĂ di onorare le canotte storiche, riprendendone le bande multicolori laterali e, nel complesso, realizzando un lavoro davvero bello ed importante.
La squadra
C’è poco da dire. I ragazzi sono per la maggior parte giovani e con tantissima buona volontĂ . Per ora abbiamo notato una innata bravura nello scivolamento verso il buffet e nella schiacciata delle palline di tovagliolo nei cestini. Per vederli all’opera ci sarĂ tempo, ora l’importante è fare di un gruppo di ragazzi volenterosi una squadra di basket. Nino Sanfilippo in questo è un ottimo coach. Il gruppo sembra giĂ affiatato e si vede anche dalle piccole cose e da brevi pezzi di discorsi rubati qua e lĂ durante l’evento.