Piacenza

Il commento di Assigeco Piacenza – Avellino Basket 83 a 92

E’ una bella squadra quella di coach Crotti. Compatta e solida. Non lascia mai scappare via l’avversario. Poi si può vincere o perdere. Giocatori di classe cristallina non ce ne sono nè tra i biancoverdi ne tra gli emiliani. Ma questo è anche il cruccio della maggior parte della A2 e persino di qualche squadra di A1. Ci sono tanti buoni giocatori che, se adeguatamente allenati e spronati, riescono a dare il meglio e possono cambiare le sorti di una gara.

Piacenza tiene per due quarti andando all’intervallo lungo sul +1 grazie soprattutto alla verve realizzativa di Filoni, giĂ  in doppia cifra dopo solo 20 minuti di gioco. Ma, come dicevamo, Avellino non molla un colpo. E’ il solito Mussini a cesellare ottimi canestri e un buon numero di assist per i propri compagni, tenendo botta ai padroni di casa che spingono forte il piede sull’acceleratore.

Ma al rientro dall’intervallo lungo è Avellino a far saltare il banco. Piacenza si spegne in attacco un poco grazie alla difesa piĂą attenta dei biancoverdi un poco per un evidente calo fisico che annacqua gli attacchi dei biancorossi. Dall’altro lato del campo, invece, Earlington e Mussini diventano mortiferi. Avellino raggiunge la doppia cifra di vantaggio e da lì non si schioda fino al 33esimo.

In soli 3 minuti Piacenza recupera tutto lo svantaggio accumulato (-13) fino a raggiungere il -1. Ma sono ancora Mussini e Earlington con una tripla e un canestro dalla media a ricacciare indietro gli Emiliani. Un triplone dell’estone Jurkatamm taglia le gambe agli avversari che tornano a due possessi di svantaggio e sono costretti a chiamare time out con un solo giro di lancette alla fine dell’incontro. Ma è ormai troppo tardi.

La partita finisce col punteggio di 83 a 92 per Avellino!

Il box score di Piacenza – Avellino

Mussini e Earlington una spanna sopra tutti gli altri. Rispettivamente 25 e 24 punti, con 7 assist il play e 8 rimbalzi il lungo. Ma sarebbe limitante dimensionare questa vittoria in base all’asse play/pivot. Gira tutta la squadra allenata da un coach preparato che ha nell’intensitĂ  la sua regola prima. Una piccola cosa da limare in una prestazione che però possiamo definire senza ombra di smentita ottima? Le diciotto palle perse. Una enormitĂ  in considerazione che, con maggior attenzione, la partita si sarebbe potuta chiudere non prima ma molto prima.