Emiro

Business è business. Pecunia non olet. Mettetela come volete ma questo è il futuro del basket. Affari, solo affari. E soldi, tanti soldi. Sponsorizzazioni, acquisti societari, investimenti. E’ tutto iniziato col calcio, passando per la Formula 1 e il tennis. Tutto ciò che è sport, prima o poi, viene fagocitato nel mondo da favola di un emiro arabo che ha piĂą denaro di quello che riuscirebbe a spendere nelle prossime dieci vite.

Basket europeo o carrozzone itinerante?

Il problema è che manifestazioni con una strettissima connotazione territoriale (pensiamo alla finale di Supercoppa Italiana di calcio o, appunto alle Final Four di Eurolega) vengono trasferite senza colpo ferire dalle tradizionali sedi a stadi o palazzetti circondati dal deserto che pochissimo hanno a che fare sia con lo spirito dello sport che con il tifo (troppo spesso si sono viste comparse/tifosi probabilmente pagati con un panino e una bibita che neppure sapevano cosa stessero vedendo e per chi stessero tifando).

Questo è l’obbiettivo a cui vuole arrivare il nostro sport? Quello l’orizzonte a cui guardare con la speranza di migliorare un movimento che è in salute non certo per le flebo di denaro ma solamente per la passione di chi calca i parquet dell’ultimo campetto di periferia al campo principale della squadra leader in Europa?

E’ la Gazzetta che, riguardo all’Eurolega, ci dice:

I tifosi potranno acquistare i biglietti dal 26 febbraio, esclusivamente online sul sito www.f4tickets.com e Abu Dhabi Event Tickets all’Etihad Arena. Come nelle stagioni precedenti, martedì 25 febbraio si aprirĂ  una finestra di prevendita per gli abbonati dei club di EuroLeague che partecipano a questa iniziativa, gli abbonati a EuroLeague TV e i precedenti acquirenti di biglietti per le Final Four.

Quanto ai prezzi, osiamo dire che, se non fosse per viaggio e soggiorno, sarebbero economici: da 74,75 € a partita (299 € in totale) a 187,25 € a partita (749 € in totale). Ma il problema davvero non è questo.

La sintesi

Quindi, disputare le finali di Eurolega ad Abu Dhabi solleva problemi legati sia alla questione sportiva che a questioni etiche e politiche. Riassumendole velocemente:

  • Distanza geografica e accessibilitĂ : Abu Dhabi si trova molto lontano dalle principali cittĂ  del basket europeo, rendendo difficile per molti tifosi e squadre partecipare o assistere agli eventi finali. La posizione geografica potrebbe escludere una parte consistente del pubblico europeo e non garantire un accesso equo per tutti gli appassionati.
  • Diritti umani e situazioni politiche: Gli Emirati Arabi Uniti, pur essendo un partner commerciale attraente, sono stati oggetto di critiche per la loro gestione dei diritti umani, la libertĂ  di espressione e le condizioni di lavoro. Molti ritengono che le federazioni sportive non dovrebbero supportare paesi con politiche che non rispettano i diritti fondamentali degli individui.
  • Commercializzazione e perdita di identitĂ : si teme che spostare eventi prestigiosi come le finali di Eurolega in luoghi lontani e piĂą “esotici” possa essere un tentativo di commercializzare troppo lo sport, allontanandolo dal suo radicamento nelle tradizioni e nel cuore dell’Europa, rischiando di ridurre di molto la componente emotiva e culturale legata a un evento che rappresenta il meglio del basket europeo.
  • SostenibilitĂ  e impatti ambientali: ultima cosa ma non in ordine di importanza, viaggiare in paesi lontani per eventi sportivi implica anche un impatto ambientale elevato, sia per le squadre che per i tifosi, dovuto al trasporto aereo e all’organizzazione dell’evento. Questo aspetto va sicuramente contro gli sforzi per promuovere la sostenibilitĂ  nell’ambito sportivo.

In generale, spostare eventi simbolici lontano dalle radici culturali e sportive dell’Europa dovrebbe far sorgere preoccupazioni riguardo a questi e altri aspetti, alimentando un dibattito su quanto lo sport debba essere influenzato da fattori economici e politici piuttosto che rimanere fedele ai suoi valori di comunitĂ  e inclusione. Ma di questo, pare, nessuno si stia preoccupando.