Diciamolo prima di tutto il resto. Questo non sarà un articolo che parlerà della vicenda in sé. Ciò che è accaduto parla chiaro e la frenesia del basket di oggi non ci stupisce più di tanto. Ma i fatti vanno ricostruiti. Vediamo nel dettaglio cosa è accaduto a coach Gresta.
La storia dell’esonero di Gresta
Coach Gresta approda a Vienna nel 2017. La sua avventura inizia con i Traiskirchen Lions per poi approdare al BC Vienna dove militava fino a questo pomeriggio. Le annate a Vienna sono caratterizzate da buone prestazioni frutto di un compromesso decisamente accettabile per la società. Giocatori affamati, non di livello eccelso allenati da un coach che sa tirare fuori il meglio da ogni persona con cui ha a che fare. Sia l’ultimo degli addetti al campo alla stella della squadra. Tante buone cose che non staremo qui a ricordare perché questo non è un elogio alla persona. Reduce da due sconfitte ma a 2 punti dalla vetta del campionato, oggi pomeriggio il coach ha saputo che non avrebbe allenato la squadra nella partita che in questo momento (ore 18.30 del 16/01/2021) sta per iniziale nella capitale austriaca.
Le piccole scosse di avvertimento
Gresta erano settimane che, come riporta il suo profilo facebook, faceva la spesa giorno per giorno. Già questo faceva toccare con mano il clima malsano che si era creato all’interno della società. Questo fino ad oggi quando, sempre sulle sue pagine social, il coach saluta la sua ormai ex squadra:
Ci lasciamo ad una vittoria dall’obiettivo top group; ci lasciamo ad una vittoria dal vertice. In bocca al lupo a tutta la squadra. Grazie per i risultati raggiunti insieme; grazie Petar e Stjepan per le belle parole
Coach Luigi Gresta
Gresta è ai saluti ma tutta questa storia deve insegnarci qualcosa. A tutti noi addetti, interessati, amanti del basket, questa storia non può passare sottotraccia. E’ un sintomo di una malattia ricorrente nel mondo della palla a spicchi. Nessuno è disposto a, scusate la volgarità, “misurarsi la palla”. Dai giocatori, ai tecnici, alla dirigenza, tutti che pensano che si possa far meglio sempre e che la sconfitta sia disonorevole. Basta una prestazione sottotono, una sostituzione non condivisa o qualsiasi altra cosa che fino a venti anni fa sarebbe stata considerata una fesseria, che la persona “responsabile” del gesto sentirà mancarsi la terra sotto i piedi.
Non si tratta sempre di vincere a tutti i costi. E neppure di essere la persona più educata del mondo. Purtroppo quando il tuo nome diventa caldo c’è poco da fare. Basta una scusa qualsiasi e vieni buttato giù dalla torre. Gresta ha responsabilità in questo? Si. Perché ha creduto nel progetto probabilmente senza mai piangersi addosso. Lo conosciamo, non ha trovato scuse né per sé né per i suoi giocatori. Il covid gli ha praticamente impedito di giocare il precampionato o semplicemente di allenare la squadra seppur a ranghi ridotti. Ma alla prima partita giù a crederci come un matto. Giù a gridare ai propri giocatori quanto fosse importante giocare bene e portare a casa il risultato.
La più grande colpa di coach Gresta è quello di essere una persona umile che ama il proprio lavoro. E che oggi guarderà la partita dei propri ragazzi senza poter dire loro neppure una parola. Le società prendono le decisioni e vanno rispettate. Anche fosse stato primo in classifica. Ma tocca a noi non dimenticare. Perché la memoria di quanto accaduto possa servire domani. Un coach lasciato solo, che sente terra bruciata attorno a sé, che sa che ogni cosa che fa e che dice viene pesata in attesa di un passo falso. Non è questo il basket che ci piace. Vienna ha commesso un grande errore. Non tanto nell’esonero, ma nei modi.
Il coach saprà riprendersi, tornerà in Italia e riabbraccerà la propria famiglia. E come ha fatto sempre nella sua lunga vita sportiva, disferà la valigia tenendola però a portata di mano. La chiamata è sempre dietro l’angolo, per un’altra sfida, per un’altra avventura.